Empirismo radicale

Empirismo radicale , una teoria della conoscenza e una metafisica (teoria dell'essere) avanzata da William James, un filosofo e psicologo pragmatico americano, basata sulla teoria pragmatica della verità e sul principio della pura esperienza, che sostiene che le relazioni tra le cose sono a reale almeno quanto le cose stesse, che la loro funzione è reale e che non sono necessari substrati nascosti per spiegare i vari scontri e le coerenze del mondo.

James ha riassunto la teoria come composta da (1) un postulato: "Le uniche cose che saranno discutibili tra i filosofi saranno le cose definibili in termini tratti dall'esperienza"; (2) un'affermazione fattuale: "Le relazioni tra le cose, congiuntive e disgiuntive, sono tanto questioni di diretta esperienza particolare, né più né meno, delle cose stesse", che serve a distinguere l'empirismo radicale dal empirismo del filosofo scozzese David Hume; e (3) una conclusione generalizzata: “Le parti dell'esperienza sono tenute insieme dal prossimo al successivo da relazioni che sono esse stesse parti dell'esperienza. L'universo appreso direttamente ha bisogno, in breve, di nessun supporto connettivo transempirico estraneo, ma possiede di per sé una struttura concatenata o continua.Il risultato di questa teoria della conoscenza è una metafisica che confuta la credenza razionalista in un essere che trascende l'esperienza, che dà unità al mondo.

Secondo James non esiste una connessione logica tra empirismo radicale e pragmatismo. Si può rifiutare l'empirismo radicale e continuare a essere pragmatici. Gli studi di James sull'empirismo radicale furono pubblicati postumi come Essays in Radical Empiricism (1912).